noi emigranti e francesco d'assisi
noi emigranti e francesco d’assisi
Era la sera del 3 ottobre 1226 quando tranquillo, come in punta di piedi, Francesco, atteso da Dio, se ne andò. Quasi danzando. Come sempre, dal corpo asciutto e consumato, lo sguardo ormai perduto, praticamente cieco, inseguiva un'invisibile melodia.
Oggi è diventato il santo italiano più popolare e venerato nel mondo. La sua città, simbolo di pace. I suoi figli, a migliaia, simbolo di fratellanza. “I miei frati!” pare ancora di sentire la sua voce con quel tenero richiamo.
A noi, italiani emigrati all’estero, ha insegnato la sua stessa strada. Il cammino dell’esilio, lo spogliarsi di ogni cosa e di ogni affetto, la fratellanza con uomini e culture molto differenti da noi. I suoi passi sono diventati la nostra vita. Camminare, partire, rinascere, saper amare volti, lingue e orizzonti sconosciuti. Come per lui.