Il porto, la nostra piazza Le consegne erano
Il porto, la nostra piazza
Le consegne erano chiare. Andare al vieux port con qualcosa da mangiare e da condividere insieme. Ma anche con una pentola vuota… per farsi sentire! In centinaia, allora, ci siamo trovati mercoledì scorso, con diverse associazioni per i diritti umani come Medecins du Monde, Fondation Abbé Pierre, Cimade… C’erano anche alcuni preti del nostro settore pastorale Plombières, quartiere popolare di Marsiglia.
Paul, il parroco del settore, aveva forse la pentola più grande. Armato di un bel cucchiaio da cucina batteva con entusiasmo e un gran sorriso. “È per la dignità dell’uomo, n’est ce pas?” ripeteva. Gustavo, prete argentino, non era da meno. È per “risvegliare il mondo” rilanciava lui, in sintonia con il suo conterraneo al Vaticano. Combattere, così, laglobalizzazione dell’indifferenza.
In realtà, era per protestare per l’improvvisa decisione della prefettura. Quella di sospendere i contributi al buono pasto giornaliero per i rifugiati al ristorante Noga. Sono circa 200 rifugiati su Marsiglia. Ma le norme europee impegnano a garantire alloggio, alimentazione e salute a chi si trova sul territorio in qualità di rifugiato. “E ora che cosa mangiano questi?” ci si chiedeva tra sorpresa e amarezza. “C’est inacceptable!”.