strangers into citizens
Mai avrei immaginato di passare un giorno sotto il Big Ben, davanti al Parlamento inglese, come un manifestante in corteo, con un cartello in pugno. Abituati come si è a guardarlo con l’occhio del turista o quello distratto di un abitante di Londra. Ed è successo qualche giorno fa, il 4 maggio: è stato straordinario. Eravamo in migliaia.
Migliaia erano i cartelli arancione con scritto Strangers into citizens. Da clandestini a cittadini. Un fiume lunghissimo, un’arteria viva che percorreva il centro città mentre policeman dappertutto cercavano cortesemente di arginare questa colata lavica arancione, che dalla cattedrale scendeva al Parlamento. Immagine efficace per dire quanto il lavoro di questi stranieri è un’arteria invisibile, che irrora le vene di tutta una società. Ed era per chiedere di regolarizzare 500 mila lavoratori migranti da tempo in Gran Bretagna non ancora regolari.
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