Gibuti (Corno d'Africa)
Mi sorprendo a guardare, incantato... Una spiaggia stretta e lunghissima accanto a un mare grigio-azzurro liscio come l’olio, un cielo da tramonto, soffice di larghe pennellate blu-rosato. Due squadre di ragazzi, vestiti in tutte le fogge, vocianti, con i nudi piedi neri, agilissimi, vi giocano a pallone. É il piú bel campo da calcio del mondo, mi dico… Scena di una strana bellezza. E di rara vitalità. Mentre la brezza della sera comincia ad affacciarsi alla finestra dell’oceano, davanti a noi, terminata la gran calura del giorno. Sul tratto di sabbia umida e compatta, ragazzi di un bel color cioccolata, si accozzano, sgambettano, scattano, fanno capriole, si gridano contro. Diventando, ormai, vivaci profili nelle ombre della notte, che avanza…
Basta poco per essere felici, qui. Impazziscono per un pallone mezzo sgonfio, che rotola stanco di una vita troppo lunga...
(Da Lettere da Gibuti, Edizioni Messaggero 2008,
prossimamente in libreria)
donne etiopiche in preghiera, alla grotta della cattedrale